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Il Border Collie: un'arma a doppio taglio

Nelle descrizioni del Border Collie appaiono sempre aggettivi meravigliosi. 
Chiunque li rappresenta come dei piccoli geni, capaci di apprendere velocemente, addestrabili con poco, buoni per natura, collaborativi col padrone. 

Nelle descrizioni del Border Collie appaiono raramente tutte le caratteristiche “pericolose” di questo cane. 

Il Border non è un cane per tutti. 

Ognuno dei suoi aggettivi positivi è, infatti, un’arma a doppio taglio. La troppa intelligenza causa enormi problematiche nelle mani di un inesperto.
La collaborazione con l’umano è molto spesso confusa con la voglia di lavorare, per se stessi, non per il padrone.
La facilità di addestramento è spesso ritenuta un vantaggio, senza pensare che implica una velocità di apprendimento anche in tutte le cattive abitudini. 

Io dico sempre che il Border è come un qualsiasi soggetto affetto da autismo. Questi soggetti infatti sono descrivibili come caratterizzati dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione, che provoca ristrettezza d'interessi, comportamenti ripetitivi e stereotipie.
Ognuno di questi aspetti è facilmente associabile ad un Border Collie, se mal gestito. 

Con questo cosa intendo dire? 
Che il Border è un cane da non prendere? 
Che i Border non mi piacciono? 
Che non si meritano tutti gli apprezzamenti che gli vengono affidati? 
No. 
I Border Collie sono animali commoventi, ma sono esigenti, meritano rispetto. 
Un rispetto che troppo spesso gli viene negato a causa di questi stereotipi.
Il Border è una Ferrari, non può guidarla un neopatentato, e nemmeno un incosciente.