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Incontri al guinzaglio? No grazie

Vivo in un paese piccolo.
Uno di quei paesi in cui i cani vengono chiamati “amici” dai vari proprietari, perché ormai si conoscono tutti, tutti tranne i miei.

È probabile che mi vedano come la stronza del paese, la cinica, egoista e autoritaria che non vuole far socializzare i suoi cani o che non vuole fare chiacchiere con gli altri proprietari.
È molto probabile, ma va bene cosi.

Quando vedo qualcuno avvicinarsi ai miei cani al guinzaglio, gli dico “No grazie” e cambio strada, per un semplice motivo: ai miei cani non interessa conoscere altri cani di passaggio che mai più rivedranno nella loro vita.
Non si tratta di cattiveria, nemmeno di egoismo, si tratta di consapevolezza. Conosco i miei animali, so per certo che annusare un cane sconosciuto non fa parte delle loro necessità.

Mettiamola cosi, forse per chi non è esperto nel settore è piu semplice da capire: se fossi in centro a Bologna con il mio fidanzato a passeggiare e lui salutasse ogni persona che incontra anche mai vista in vita sua, personalmente mi girerebbero un po’ le palle. È un momento nostro, c’è bisogno di salutare tutti? Veramente?
Ecco con i cani la esageriamo pure, perchè ce li portiamo noi. È come se io accompagnassi il mio ragazzo a salutare le persone, simpatiche o antipatiche che siano. (tra l’altro se vogliamo proprio entrare nel massimo dell’idea da bar che si trova in giro, dovrei portarlo solo da umane femmine).
Ecco, anche no.
I cani non hanno bisogno di questo.

La passeggiata è un momento unico e speciale per cani che conducono una normale vita casalinga e da famiglia. È un momento intimo, personale, che dedichiamo al nostro compagno di vita. O almeno dovremmo.
Dico dovremmo perché in realtà per la maggior parte dei casi, non è cosi. Spesso e volentieri le passeggiate sono una sorta di dovere morale che i proprietari si autoimpongono, con una faccia da cadavere a causa di freddo, caldo e orari improbabili, con il telefono in mano e la continua frase in bocca “dai fai sta pipi che andiamo”.
Diciamo che non è proprio cosi che dovrebbe andare.
La passeggiata andrebbe presa un po’ diversamente, un po’ meno come un obbligo e un po’ più come un piacere.

Un piacere veramente, perché il telefono rimane a casa e perché puoi guardare l’alba se è presto, il tramonto se è tardi, esattamente come fa il tuo cane. Puoi sentire l’odore dei ristoranti se sei in città, dei fiori se sei in campagna, di panni stesi se ci passi davanti, esattamente come fa il tuo cane. L’unico motivo per cui fino ad ora non l’hai fatto è che ti sei fatto distrarre dal peso della passeggiata, senza vederne i lati postivi e di condivisione che ci sono.
Condivisione, esatto.
Questo è la passeggiata con il tuo cane.

Se la vedi in questa ottica, già capisci che inserire elementi esterni, come cani che ci vengono incontro, è solo qualcosa che ci allontana dal creare una bolla di condivisione totale intorno al nostro branco.
Quando passeggio con i miei cani, loro sono con me al 100% e io sono con loro al 100%, mi guardano ogni tanto, come se pensassero che siamo veramente belli e forti insieme.
Quando passeggio con i miei cani e un cane ci passa affianco, loro continuano ad annusare il mondo, i fiori, le pipì, la selvaggina, e nemmeno lo guardano, perché la nostra bolla, il nostro momento di condivisione è molto piu importante di tutto il resto.
Questa mentalità è il primo motivo per cui, vieto alle persone di far incontrare i miei cani con i loro al guinzaglio.

Ora so, che tu che stai leggendo potresti dirmi “ma il mio quando li vede da lontano impazzisce che ci vuole giocare” e io ti rispondo che è perché è cresciuto con te, che hai rinforzato questo comportamento, e che se il tuo cane preferisce annusare un conspecifico piuttosto che stare con te, c’è qualcosa che tocca nel vostro rapporto.

I motivi per non far incontrare altri cani al guinzaglio durante la passeggiata però sono molteplici.
Le 4F ad esempio (freeze-flight-fight-flirt), consideriamo solo le prime 3 in questo argomento, in italiano traducibili in “immobilizzarsi-scappare-combattere”.
Ogni cane durante la socializzazione, durante le interazioni con un qualsiasi conspecifico dovrebbe poter mettere in atto una di queste tre azioni, ma gli incontri al guinzaglio eliminano automaticamente la seconda, scappare.

Lasciando due sole opzioni al cane immobilizzarsi o combattere.
Far incontrare i cani al guinzaglio non è socializzazione è una forzatura, che rischia di mettere in difficoltà il cane molto più che se si proseguisse serenamente la passeggiata, o che se si liberassero i cani, in modo che abbiano tutte le F a disposizione.

C’è poi da aggiungere che tra pettorine e collari che si incastrano mentre i cani tentano in vano di comunicare, si carica uno stress altissimo sia su quadrupedi che su bipedi. Quel marasma, che cuffiette nelle tasche levatevi proprio, non aiuta i binomi a stare calmi e sereni, cosa fondamentale per una buona socializzazione.

Aggiungiamo che nella maggior parte di questi incontri i padroni si raggiungono camminando veloce e dritto verso il cane, comunicando più sfida che altro.
I motivi sono tantissimi in realtà, compreso il fatto che non si ha mai idea di che cane e che umano si ha difronte, e che quindi le risposte che ti possono dare alle banali domande che si fanno, oltre a non essere abbastanza, potrebbero anche non essere realistiche.
La socializzazione tra cani può essere fatta, ma in libertà, fatta per bene, con i gesti, i riti, le danze e le scelte che i cani decidono di attuare.
La socializzazione non è una forzatura, non è un obbligo.

Se incontri un cane al guinzaglio cerca di lavorare per far si che il cane scelga te, non portarcelo, non fare questi errori, non farli per lui, per la sua sicurezza mentale e fisica.
Se hai impostato il giusto rapporto il cane avrà bisogno di una sola cosa: te, una guida sicura.



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